La Banda di Largo del macello



Pescocostanzo è un incantevole borgo montano abruzzese, abbarbicato a 1.400 metri sul livello del mare e caratterizzato da una singolare architettura rinascimentale e barocca completamente differente da altro ogni borgo storico della Zona. Nel 1456 infatti un terremoto distrusse tutto e a ricostruire arrivarono maestranze lombarde, che contribuirono a modificare l'aspetto di strade e palazzi... ma questa è un'altra storia. 

Camminando per strada provo un sussulto.
Mi trovo di fronte, all'improvviso, alla temibile Banda di Largo del macello.
Sono in cinque, e si capisce bene che quattro sono "apostoli", quello al centro è il Capobanda.

Si capisce che quell'arco è loro, solo per loro, da decenni.

Osservano la strada e scrutano chi passa, basta un'occhiata per farsi intendere, da tutti.

Non devono nascondersi, non temono rivali né forze dell'ordine.
A viso aperto affrontano la strada per un ennesimo giorno, pianificando un nuovo colpo, senza un solo segno di debolezza, di pentimento.
Sono talmente sfacciati che quando chiedo, timidamente, di poterli fotografare... addirittura sorridono, mettendosi in posa.

Che Banda incredibile, che leggenda vivente! E che fortuna essere riuscito, per caso, a scovarli, a fotografarli.

Quanti giorni passati a rapinare la vita di lavoro, mentre il tempo inesorabilente scorre.
Quanti assalti ai sentimenti di donne, di amici.
Quante sparatorie di sport e politica.
Quanti giorni rinchiusi in prigioni di noia e tristezza.
Quante avventurose evasioni di allegria.
Quanti bottini spartiti in gloriose serate d'osteria.

La Banda di Largo del Macello mi ha ricordato quella trilogia incredibilmente divertente e amara che è Amici Miei, di Pietro Germi, Mario Monicelli e poi di Nanni Loy (l'Atto terzo).

Cinque amici di una vita seduti assieme, al sole, in una piatta domenica di primavera.
Una vera "Banda", il ritratto di uno stile di vita che sento sfumare in questi anni in cui vince l'individualismo forzato, regna la solitudine interiore, ma ci sentiamo "amici" di tutti, grazie a un click.
Un ritratto che ho preso sognando di avere di fronte non un arco, non un palazzo, ma uno specchio.
Vorrei far perte anch'io, tra qualche tempo, della temibile Banda di Largo del macello!

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