Don Camillo, Peppone e la nostalgia di una politica migliore

Nella mitica piazza che fu teatro delle infinite lotte amichevoli tra il parroco tuttofare e il baffuto sindaco comunista, voi prendereste da bere nel Caffè "Peppone" o nel Bar "Don Camillo"?

Ecco già un primo, enorme dubbio... ma non potevo tirare diritto alla vista del cartello "Brescello", apparso per caso tornando a casa da un viaggio di lavoro...
Quanti ricordi delle serate a casa dei miei nonni! quel bianco e nero, quel prete e quel sindaco, quell'atmosfera così italiana, così semplice e reale. E quella frase di mio padre che, cercando di non ridere come tutti (ma non riuscendoci affatto) cercava di fare il serio dicendo che "la trama è troppo sbilanciata a favore della chiesa... ...".

Nella piazza e nelle vie del centro tutto ricorda di quei due: i bar appunto, le statue che si salutano, i ristoranti, la macelleria, il panificio, l'etichetta del lambrusco... e i cimeli dei grandi film tratti dai racconti di Giovannino Guareschi: la locomotiva che si portò a Roma Don Camillo, il carro armato nascosto durante la resistenza da Peppone...

In Chiesa, in una nicchia appartata, il famoso crocefisso parlante: recuperato dopo decenni in uno scantinato di Cinecittà!

Al museo foto tanto vecchie quanto belle: sul set i due attori riposano punzecchiandosi e scherzando ancor più che in scena!

Poi un vecchietto silenzioso, che mi si avvicina e mi sussurra piano: "io ho fatto la comparsa!". L'orgoglio di un paese in cui, mi giura, l'atmosfera era davvero quella! Due mondi nettamente contrapposti, quello cristiano e quello comunista, che però si parlavano, si rispettavano: l'Italia rinasceva dalle macerie del fascismo e della guerra e bisognava lavorare assieme. Si discuteva all'osteria, e di brutto! ma per il bene comune ci si stringeva la mano, si era amici.

Non era un finto quadretto quel film. Era davvero così: un prete del mio paese, in punto di morte, regalò un libro a mio nonno paterno, vice-sindaco comunista: una dedica tremolante e commovente, piena di stima.

Dico al vecchietto: "guardando la politica di oggi viene proprio nostalgia di Peppone e Don Camillo".
Lui si fa serio, e annuisce senza parlare.

Uscendo dal museo, proprio dietro la piazza, mi scontro con una vetrina piena di manifesti e bandiere: della Lega Nord.

Mi prende la tristezza e a maggior ragione, in onore di tutti e due, sciolgo il dubbio iniziale: una birra al "Caffè Peppone", oggi gestito da cinesi (in pieno stile comunista!!!) e un caffè al "Bar Don Camillo".

Peppone alza il cappello verso la chiesa di Don Camillo

Un cicloturista nella Piazza di Brescello

Il Cristo parlante... "Don Camillooooooo!"

La scrivania di Peppone

Vecchie e nuove generazioni a Brescello

La Lega: ormai unico fenomeno politico emergente e rampante...


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