Zlatko Serdarevic |
Mostar, Bosnia ed Erzegovina, Aprile 2016.
Grazie all'Associazione organizzatrice del festival "Ritmi e danze dal Mondo" e al giornalista, scrittore (e amico) Luca Leone ho avuto la possibilità di vivere un viaggio molto ricco e interessante, che ha fatto tappa al "Centar za Mir", il Centro per la Pace di Mostar, che da tempo desideravo visitare.
Qui ci ha accolto, in una stanza stracolma di videocassette e DVD che contengono preziosi dovumenti sulla travagliata storia recente della città e del Paese, Zlatko Serdarevic, giornalista che collabora da anni allo sviluppo e alle attività del Centro.
L'incontro mi ha particolarmente toccato per le parole che quest'uomo sorridente, pacato, ma al tempo stesso schietto e sincero ci ha rivolto. In particolare, a colpirmi maggiormente sono state quelle che hanno descritto la situazione odierna della città, divisa nettamente tra gruppi di confessioni religiose differenti (cristiana / musulmana) non solo come geografia urbana (Mostar Est / Mostar Ovest).
Tutto infatti è doppio qui: due scuole, due ospedali, due società per l'energia elettrica e così via. La politica è schiava del malaffare, che utilizza ancora oggi, tanto abilmente quanto strumentalmente, la presunta contrapposizione tra fedi per spartirsi il bottino, mentre la povera gente arranca faticosamente.
Ci dice Serdarevic:
"In questa città viviamo divisi da un muro, proprio come quello che c'era a Berlino. La differenza è che quel muro era di cemento e, quando è finalmente giunto il momento, è stato facile abbatterlo, distruggendo insieme alla costruzione fisica anche il simbolo che rappresentava. Qui il muro c'è ma non si vede, per questo è molto più difficile da abbattere. Il muro non è per le strade, ma nella nostra testa" [...] "Io credo che noi cittadini della ex-Jugoslavia non siamo popoli diversi, siamo semplicemente tutti slavi, ognuno con il proprio credo, laico o religioso che sia; Prima della guerra Mostar vantava il record del maggior numero di matrimoni misti tra sposi di confessioni religiose differenti, ora non è più così ma questo fenomeno esiste ancora, è una speranza".
Zlatko appare ottimista quando ci parla della proposta, realizzata dal "Centar za Mir", di una nuova Costituzione, che spera accolta dalla classe politica perchè pensata per far virare, in modo democratico e rispettoso delle varie parti, la rotta di questo meraviglioso Paese oggi alla deriva.
Spero davvero che l'ottimismo di Zlatko sia il preludio di un cambiamento, necessario per far sì che le terribili immagini di quei 3.000 DVD e videocassette alle pareti non riprendano vita.
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