Quando meno te l'aspetti un brivido, lungo la schiena, t'invade: basta un'immagine, che scatena il cavallo imbizzarrito del ricordo.
Ricordo che sei sicuro di aver chiuso a chiave, seppellito vivo, nel cassetto del passato.
Passato che ansima e si riprende il tempo che non gli hai dedicato, tappandogli la bocca, soffocandone le urla, per rabbia o per stanchezza.
Stanchezza di sentir male per sempre, e nuova forza per richiudere ora, ancora, qul cassetto a chiave.
Chiave da non buttar via, da consevare gelosamente, perchè...
...Perchè il passato è lo zaino pesantissimo e invisivile che abbiamo sulla schiena curva.
Schiena curva sotto il peso di elementi, come viveri, opprimenti ma indispensabili per partorire un futuro.
Futuro che in fin dei conti ci obbliga a voltarci indietro, spesso, per amare ed ammirare con fierezza le nostre cicatrici, e poi puntare in alto, come un albero, oltre le vecchie ferite.
Questo faggio fotografato nella foresta del monastero di La Verna
mi ha suggerito le riflessioni di cui sopra
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