Mi sono alzato presto oggi,
volevo fotografare con le prime luci del mattino un luogo che ho sempre vissuto
come “magico”: un bosco nella Valle del Chiarone, lungo il corso del Rio
Tinello che, almeno a me, sembra uscito da una favola. Ci sono enormi massi di
forme stranissime tra gli alberi, caduti da chissà quante centinaia di anni,
completamente ricoperti di muschi e felci e costellati di buchi, grotte,
spaccature e strane striature. Un luogo a due passi da casa che molti non
conoscono ma che vale la pena di visitare.
Cercando le inquadrature giuste
mi sono avvicinato alle rocce e sono rimasto incantato dalle loro forme, nate
dal lavoro incessante e millenario di tempo e acqua. Ho pensato immediatamente
alle rughe di un vecchio. Alla vita che segna la pelle a furia di sole, vento
ed esperienza. I nativi americani credono che anche le rocce hanno un’anima
e ho letto da Terzani che anche gli induisti lo pensano: disegnano addirittura
degli occhi sulle rocce per ricordare ai passanti che anch’esse sono vive.
Osservando queste forme ho
provato davvero la sensazione di non trovarmi di fronte a qualcosa di freddo e
immobile ma, al contrario, di vedere e toccare un elemento vivo, in costante
mutamento.
Così come le rughe dei vecchi, però,
queste rocce non rivelano segreti. Le firme del tempo sono
conquistate giorno per giorno ed ogni conquista è un intimo passo in avanti con
se stessi. A chi le osserva, nel viso di un vecchio o su una strana parete rocciosa,
non resta altro che provare sollievo pensando ai graffi raccolti lungo il
cammino, alle ferite mai rimarginate del tutto, ai vuoti che ognuno si tiene
dentro. Tutto è parte del disegno che, giorno dopo giorno, la vita ci dipinge
dentro, accarezzandoci o dandoci calci e pugni. Ogni ruga, come ogni grotta, buco,
graffio o spaccatura, va portata con fierezza. E’ parte di noi.
Perso in questi pensieri ho deciso quindi di fotografare nel particolare proprio queste rocce, sperimentando così qualcosa di diverso dal solito. Buona visione!
(Clicca sulle immagini per ingrandirle)
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