Buskers!

Ho letto recentemente un libro di Gianpaolo Pansa, intitolato: "Poco o niente. Eravamo poveri, ritorneremo poveri" (Ed. Rizzoli).
L'autore racconta dell'Italia immersa nella totale povertà tra l'ottocento e il novecento, attraverso la storia della sua famiglia.

Un punto del libro che mi ha colpito e che mi è ritornato in mente Sabato scorso è stato quello relativo alla grande fiera che, una volta all'anno, si svolgeva nel paese della famiglia di Pansa.

Questa fiera, scrive l'autore, era l'unico momento dell'anno in cui poveri e ricchi erano sullo stesso piano. Tutti potevano godere indistintamente delle spettacolarità che riempivano le piazze, indipendentemente dalla classe sociale a cui appartenevano.

 

Era così in tutti i paesi d'Italia: una volta all'anno scoccava l'ora della grande festa, e ci si poteva dimenticare per un giorno di non avere neppure da mangiare, tra un mangiafuoco e una donna cannone da ammirare ammaliati.
La grande fiera, infatti, portava in città giocolieri, domatori, maghi, prodezze naturali, musicisti, cantastorie, saltimbanchi... era la festa, la grande festa di tutti.


Sabato a Vernasca ho provato questa bella sensazione, nel fiume di gente che riempiva le vie e le piazze di questo piccolo borgo piacentino nei giorni del "Baskerdeis", il festival degli artisti di strada. 

 

Giovani, anziani, famiglie, bambini, cioccattoni, punkettari, fighettini... tutti insieme a godere delle prodezze dei Buskers arrivati da ogni dove, "professionisti" e improvvisati.


Un'arte, quella di strada, certamente non di "Serie B"... e molto più radicata nella storia d'Italia, come testimionia il libro di Pansa, di tante altre.

Ecco quindi qualche scatto, fatto prima che la batteria della macchina, aimè, cessasse di dare energia...


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