Lucca, on the street


Il testo di questo post è a cura della mia amica e collega di fotografia Lidia Passaro, che guardando queste foto mi ha scritto: "certo che il nostro non è un paese per giovani" ... buona lettura!



Si può dire che dopo la nostra giornata al Photolux, Luigi ed io conosciamo Lucca come le nostre tasche.  Grazie alla guida della solerte Tiziana, che ci ha condotti all’inseguimento dei fotografi in mostra in oltre sei differenti spazi cittadini, abbiamo percorso (anche ripetutamente!) piazze e viuzze, ci siamo inoltrati alla scoperta di palazzi antichi e abbiamo anche fatto l’immancabile passeggiata sulle mura…  tutto in un solo pomeriggio!



Fra uno spostamento e l’altro, mentre io non riuscivo a tirar fuori le mani dalle tasche neppure per un solo momento causa temperatura non proprio gradevole, Luigi ne approfittava  per rubare qualche scatto alla vita di strada lucchese in un tranquillo venerdì di inizio dicembre. Negozi aperti, un timido sole pomeridiano a riscaldare il primo shopping prenatalizio, addobbi, colori e lucine, tanti passanti su e giù per le vie del centro, Luigi si perde in mezzo ai vicoli, scatta e porta a casa un bel po’ di foto interessanti.


Quando le riguardiamo assieme, qualche giorno dopo, mi colpiscono la tenue luce invernale, i colori del pomeriggio, quelli caldi della sera e l’atmosfera intima e rilassata di un piccolo centro come Lucca, così lontano dal frastuono delle metropoli, un luogo dove il tempo sembra quasi essersi fermato. Ci soffermiamo sui soggetti e mi accorgo che i cagnolini sono un motivo ricorrente: in effetti ce n’è di tutte le razze, e se ne stanno comodi al fianco dei loro padroni, nei cestini delle bici, in braccio, al guinzaglio, bardati con abitini di dubbio gusto o riscaldati da  cappottini di varia foggia.


Quando lo sguardo si stacca dalle foto singole e risale ad una visione più generale però, il dato che incredibilmente mi salta gli occhi è l’età media dei soggetti umani ritratti a spasso per le vie cittadine: quando chiedo a Luigi se era sua intenzione realizzare un lavoro sulla cosiddetta terza età o sulla questione dell’invecchiamento del paese, lui stesso si stupisce e mi risponde che assolutamente non era nei suoi progetti.


A ben guardare, i protagonisti assoluti di queste foto sono loro, gli anziani: vecchine in tiro, avvolte da pellicce e cappotti colorati in giro per lo shopping natalizio, o uomini dai capelli bianchi a passeggio in bicicletta, intenti a gestire le loro attività commerciali o fermi a chiacchierare nei classici capannelli di strada. 



I pochi giovani che si intravedono fanno da sfondo, rispondono al cellulare o corrono veloci da un punto all’altro della foto, figurine evanescenti che si perdono nei vicoli, senza tempo disponibile per fermarsi e scambiare qualche parola con i conoscenti incontrati per caso. 



Ed ecco che un pomeriggio street si trasforma in un’osservazione sull’umanità che abita i centri storici: la bellezza della fotografia è in fondo anche questa,  a lavoro finito ti riserva sorprese inaspettate, ti svela realtà che non era nelle tue intenzioni ricercare, ti suggerisce riflessioni lontane dalle idee iniziali del fotografo, ti aiuta a comprendere il mondo in cui troppo spesso ci si muove senza guardare.


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