Ciao amore, ciao

Scanno, Abruzzo.

Camminando al di fuori del famoso centro storico ho notato con la coda dell'occhio questa scena.
Il mitico pulmino Volkswagen, simbolo ormai storico di viaggio e libertà, contrapposto a quell'uscio protetto dalla tenda, tipica delle delle vecchie case di campagna, e poi quell'ombra vegetale, che dall'uscio spunta e si sprigiona verso l'alto e infine la ringhiera, confine del mondo domestico, dogana per i bambini curiosi... Credo per tutto questo, ho immediatamente associato questa immagine alla famosa canzone di Luigi Tenco, "Ciao amore, ciao".

La solita strada, bianca come il sale
il grano da crescere, i campi da arare.
Guardare ogni giorno
se piove o c'e' il sole,
per saper se domani
si vive o si muore

E un bel giorno dire basta e andare via.

Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.

Andare via lontano
a cercare un altro mondo
dire addio al cortile,
andarsene sognando.
E poi mille strade grigie come il fumo
in un mondo di luci sentirsi nessuno.
Saltare cent'anni in un giorno solo,
dai carri dei campi
agli aerei nel cielo.

E non capirci niente e aver voglia di tornare da te.

Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.

Non saper fare niente in un mondo che sa tutto
e non avere un soldo nemmeno per tornare.

Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao.
Ciao amore,
ciao amore, ciao amore ciao


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