Un po' di Po


Alcune sere fa, finalmente, ho guardato il film-documentario di Paolo Rumiz dedicato al Fiume delle mie radici. Il Grande Fiume, il Po.
Ero curioso perchè per me il Po ha sempre rappresentato tanto, fin da piccolo, dalle scampagnate in bicicletta con mia mamma, o ancora da prima, da piccolissimo, quando pensavo che fosse di color arancione e provai una grande delusione vedendolo del grigio-marrone che è realmente... (la storia dell'arancione deriva da mia nonna, che quando rompevo il tuorlo dell'uovo al tegamino mi gridava "Scappa il Po!" e io mi divertivo a fare dighe con la mollica del pane).




Rumiz, che ogni anno per Repubblica compie un viaggio descritto nelle pagine del quotidiano, ha scelto la scorsa estate il nostro Fiume. Lo ha disceso in canoa fino a Torino, poi, con una bellissima barchetta a vela, fino al delta e infine all'Adriatico.

 

Il giornalista, di cui ormai sono più che appassionato, si è stupito di alcune cose che mi hanno fatto riflettere.
Ha notato che nel bel mezzo della zona più popolosa e industrializzata d'Italia c'è questa striscia di natura stupenda totalmente ignorata, anche da molti di quelli che come noi vivono lì, sulle sue sponde.
Ha visto il Po come un serpentone bellissimo e verde, ricco di "spazi di libertà" sia interiori che di fatto (nessuno per chilometri nelle acque o sulle sponde, nessun controllo, in pratica una zona franca).

Uno spazio di elementi naturali e libertà circondato dal cemento, l'industria e l'incuria che lo hanno violentato. Vicino a tutto ma con mille ostacoli per raggiungerlo. Uno spazio che è storia, cultura, radici, vergogna, bellezza, opportunità. Un fiume che "a tratti è più bello del Danubio o degli altri grandi fiumi europei". Un Fiume dimenticato da riscoprire.



Spesso faccio visita al Po quando torno a casa, mi piace osservarlo scorrere placido, nonostante gli stupri che lo hanno graffiato negli anni, come se volesse dare, nonostante tutto, un segno di speranza e continuità.



Sabato era una giornata uggiosa di pioggerella fine. Sono arrivato sulla riva del Po con la macchina fotografica senza scheda di memoria. Così ho utilizzato lo smartphone e l'applicazione Instagram.

Queste sono le foto con cui vorrei suggerire di riscoprire, nei vari modi e nelle svariate forme che possediamo (bicicletta, moto, fotografia, camminate, corse, pittura, arte) quel grande spazio di libertà che è il nostro Grande Fiume.
Nei prossimi mesi, in qualche modo, attraverso qualche storia, ci proverò (questa volta montando la scheda di memoria della macchina fotografica).



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