Vacanze estive 1967

Amici fotografi - 2
Filippo

Da quando ho creato questo Blog ho scelto di proporre via via una "Foto della settimana", inserendola nella colonna qui a fianco. E' stata un'attività sporadica e poco costante, ma l'idea di fondo è sempre rimasta viva: proporre immagini che mi colpiscono, stupiscono, ispirano, che mi piacciono, meglio se scattate da amici e conoscenti, perchè per le foto dei "grandi maestri" le si possono trovare ovunque.
Il fioretto del 2013 sarà proporre veri e propri post per presentare queste foto, raccontando le mie sensazioni. Ho chiamato questo spazio "Amici fotografi".



Se questa immagine saltasse fuori da un cassetto dimenticato e nel retro avesse scritto a mano, con tono sbiadito, "Vacanze estive 1967", nessuno si stupirebbe. Invece è stata scattata nel 2012, e questo la rende speciale.
E' una scena notturna quasi fiabesca, immortalata da lontano, in modo rispettoso, senza invadere il campo: forse per non far sciogliere la magia.
Il fotografo cammina di sera, senza grandi pretese fotografiche, quando si ritrova, all'improvviso, nel mezzo di un quadro insolito e passato: un piccolo calcinculo solitario d'altri tempi, due panchine, due passeggini, pochi avventori. Una lampada anch'essa assai datata, un muro scalcinato. Serrande giù, tapparelle chiuse, case silenziose. Nessun'altra giostra, nessun caos da Luna Park.
Prende la macchina, compone l'inquadratura, e scatta.
Non si concentra solo sulla vecchia giostra, come faremmo in tanti, ma allarga: Così la linea curva della strada di costa, con i suoi lampioni, porta l'osservatore dritto all'oggetto, mentre il buio, tutt'intorno, ne fa da cornice.
Entra l'odore del mare in questa foto, la brezza della sera, l'allegria urlante dei bambini sul calcinculo, che spezzano il silenzio. Si respira la calma delle quattro mamme, sedute, si possono immaginare le chiacchiere dei papà.
Ed entra, sopratutto, lo stupore del fotografo, trovatosi senza avviso dentro un film in bianco e nero, in cui rimane a bocca aperta con la macchina in mano, assaporando un'atmosfera che, da piccolo, non ha gustato.

Autore: Filippo Carrà

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