Il cipresso e la linea elettrica


La storia di una foto - 2

Ho scattato questa foto nella piana di Capannori, in provincia di Lucca. Stavo camminando con Monica lungo il sentiero ad anello che unisce le bellissime ville storiche dell'area. Dopo diversi chilometri sulle colline coperte di viti e ulivi il sentiero scende nella pianura antropizzata, attraversa strade trafficate e costeggia i binari ferroviari.
Qui, da lontano, ho avvistato "il mostro".
Un cipresso, simbolo indiscusso della campagna toscana, sembrava in realtà un demone con la bocca spalancata. Per lasciare spazio ad una linea elettrica è stato drasticamente potato, scavato a fondo nella chioma per ricavare lo spazio occorrente al passaggio dei fili.
Sono stato per un po' a fissare questa immagine. Mi appariva più come un'installazione di arte contemporanea dedicata al rapporto tra uomo e natura piuttosto che un semplice albero martoriato nel mezzo della civiltà!
A sinistra del cipresso, in lontananza, un traliccio che richiama a sé i fili elettrici.
Alla destra, sempre in lontananza, un altro grande albero, che evoca, al contrario, la solennità della natura.
Dietro, un cipresso libero dai fili, che indica la reale forma di quest'albero.
In basso, un campo di colza in fiore: giallo e verde.
In alto, un cielo cupo e ricco di pioggia: grigio e bluastro.
Sui fili, proprio nella bocca del mostro, due piccoli uccelli.

Tutto mi sembrava perfetto!
Così, frontalmente, ho catturato quest'opera d'arte a cielo aperto, ricca di contrasto, ironia e significato.

E' la natura che si mangia, indifferente, la modernità... oppure è il contrario?

La risposta spetta a voi, osservatori.



Dati di scatto: Olympus OM-D + Zuiko 17 mm f 1.8. ISO 200, f 5, 1/500 sec. In post produzione ho scelto il bianco/nero, accentuando il contrasto nel cielo e dando risalto maggiore ai gialli, per evidenziare i fiori nel campo.

1 commenti:

  1. "La Natura è un tempio dove viventi colonne lasciano qualche volta uscir confuse parole; l'uomo vi passa attraverso foreste di simboli che l'osservano con sguardi familiari." Lo diceva il mio amico Signor Baudelaire. Questa foto svela un simbolo, che l'amico Signor Cipresso teneva nascosto: 'I cavi della luce mi fanno soffrire di claustrofobia! Adesso me li mangio!' :)

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