E dateci le uova! (della Gallina Grigia)


Già la scorsa estate scrissi del "rituale" del Cantamaggio, in occasione della bellissima serata passata al "Canta Torrio" (http://www.scriverefotografare.com/2012/08/cantatorrio.html).

Quello del Canta Torrio è un riuscitissimo tentativo di portare all'estate, stagione in cui il piccolo paesino appenninico si ravviva di gente, una tradizione che è nata in realtà per dare il ben arrivato alla primavera ed è presente lungo tutto l'arco appenninico. Gruppi di giovani, chiamati "maggiaioli", nella notte tra il 30 Aprile e il 1 di Maggio vagano di casa in casa intonando canti popolari. La gente apre loro le porte delle case, in tutte le ora della notte, per offrire vino, salumi, torte e festeggiare così l'arrivo della bella stagione.



Ora in primavera ci siamo, Maggio è arrivato... e quindi torniamo a parlare di canti d'Appennino, grazie alla tradizione della "Gallina Grigia", il particolare Cantamaggio della Val Tidone.

Oltre ai canti "tipici" del Cantamaggio, dallo "Spazzacamino" alla "Madonnina dai Riccioli d'Oro", in Val Tidone c'è una canzone particolare, che si canta sotto alle finestre, per invitare la gente ad aprire. Cantandone le strofe si esorta la sposa della casa visitata nel cuore della notte a donare ai giovani le famose "uova della Gallina Grigia", in cambio di una benedizione...


Se la famiglia apre si canta felici e si sale in casa per bere, mangiare e cantare ancora. Se non apre si inneggia alla volpe, lanciando una maledizione per far si che essa si mangi tutte le gallina del pollaio!





Esaurite le scorte di canti, cibo e "pistoni" di vino, si riparte alla volta di una nuova casa, e la scena si ripete: la canzone della Gallina Grigia viene ancora cantata, a squarciagola, con l'animo caldo dall'entusiasmo e dalla "benzina" della prima tappa.



Le tappe, anno dopo anno, si affinano... un sentiero invisibile e sicuro porta nelle case migliori, quelle dove abitano le persone più legate alla tradizione, che hanno cantato la Gallina Grigia decenni prima del nostro arrivo e sanno di dover andare a letto vestiti, con un occhio aperto, la notte tra il 30 Aprile e il 1 Maggio.




Si continua e si continuerebbe all'infinito, se la notte non si trasformasse lentamente in giorno e la voce rimanesse viva e squillante. Ma c'è tempo, ancora, per qualche tappa...




Alle prime luci dell'alba si torna a casa, senza voce e barcollanti, con il cesto di uova raccolte nelle case da trasformare in frittata e da mangiare insieme, una volta svegli.

Ci si alza poi sconbussolati ma col sorriso e un senso rinnovato di amicizia, primavera.
E sopratutto con in testa un'unica, martellante melodia: "E dateci le uova... della Gallina Grigia!"...

... Ho voluto raccontare, perchè questa tradizione non venga dimenticata ma nemmeno stravolta e rimanga così come è ora: un momento profondo di comunità.


Aggiornamento: questo reportage è stato pubblicato sul webmagazine di fotografia e realtà visuale "Clic-he": http://www.clic-he.it/?p=4497

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