Chi vive in montagna non canta così. Al contrario: là dove c'era l'erba ora c'è... un bosco fitto...
Camminando su un ripido sentiero immerso nei boschi, sia sulle Alpi che in Appennino, è facile trovarsi di fronte a visioni al limite della realtà... un fienile? un terrazzamento? una strada lastricata? qui??
Ti guardi intorno e... più guardi, più non ci credi. E invece si, non è una visione ma è cruda realtà, è storia, è geopolitica italiana.
Là dove si viveva di agricoltura e zootecnia ora regna il silenzio solenne degli alberi, l'inquieto brusìo del vento. In pochi decenni è mutato drasticamente il paesaggio: abbiamo abbandonato prati e pascoli e la natura, appena ha potuto, si è ripresa il suo spazio.
In Italia la montagna è stata deliberatamente lasciata morire: tagliando servizi, opportunità, creando il mito del lavoro e della vita in città. E ora abbiamo interi paesi fantasma ormai avvolti dalla foresta, piangiamo i morti del dissesto idrogeologico, ci indignamo scoprendo i veleni presenti nei nostri cibi di origine ignota...
Forse nessuno di noi vivrebbe oggi falciando prati e accudendo vacche. Ma occorre almeno riflettere su ciò che abbiamo perduto e su ciò di cui, per sopravvivere, dovremmo forse riappropriarci. E questo ringraziando chi, nel frattempo, ancora resiste a lavorare la terra.
Queste foto sono state scattate in Carnia. Questa costruzione era un fienile e intorno ad esso c'erano prati... fino a pochi decenni fa.
(Clicca sulle foto per ingrandirle)
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